Tre racconti che si leggono in meno di un’ora

Avete voglia di leggere, ma poco tempo per farlo? No problem!
Esistono racconti brevi di penne famose che possono soddisfare questo vostro bisogno.

Di seguito vi parlerò di tre storie che ho letto nell’ultimo periodo e che mi sono piaciute un sacco. Tutti i racconti sono accomunati dalle seguenti caratteristiche:

  1. Sono assurdi (o quasi): si parla, per esempio, della storia di un uomo nato vecchio e che ringiovanisce man mano che “cresce”;
  2. Sono scritti da penne famose: Francis Scott Fitzgerald, Doris Lessing, Daniel Pennac;
  3. Si leggono in meno di un’ora;
  4. La lettura è scorrevole e piacevole;
  5. Trattano, nella loro assurdità o inusualità (vedi Two mothers), argomenti di una certa importanza: l’accettazione del diverso, per esempio, o l’amore tra persone con una differenza di età notevole.

Partiamo con un rinomatissimo: Il curioso caso di Benjamin Button. Ho scoperto che molte persone ignoravano che l’omonimo film fosse tratto da questo racconto. In realtà non lo sapevo neanche io, ma vabbè…

Il curioso caso di Benjamin Button
di Francis Scott Fitzgerald

Nel 1860, a Baltimora, Benjamin nasce con le sembianze di un anziano. Ma la cosa ancor più curiosa è che con il passare del tempo Benjamin ringiovanisce, vivendo una vita in senso esattamente opposto a quella dei comuni mortali. Da questo racconto sull’incapacità degli uomini di comprendere e accettare qualcosa di diverso e a prima vista inspiegabile, è stato tratto l’omonimo film con Brad Pitt e Cate Blanchett, diretto da David Fincher.


Avete idea di quante volte mi sia ripromessa di leggere un libro scritto da Doris Lessing? Nella mia libreria troneggia Il taccuino d’oro da un bel po’ di tempo, purtroppo però l’attesa sarà lunga. Sono riuscita comunque a ottemperare la mia (auto)promessa leggendo Two Mothers, racconto che, devo essere sincera, non ho capito del tutto. Forse nasconde qualche arcano segreto nel finale e non sono riuscita a scorgerlo. Resta comunque una lettura piacevole. Anche da questo racconto è stato tratto un film: Adore del (2013) diretto da Anne Fontaine.

Two Mothers
di Doris Lessing

Roz e Lil sono cresciute assieme e ora vivono, dirimpettaie, una vita apparentemente serena, fatta di confidenze, lavoro e giornate in spiaggia assieme ai mariti e ai due figli. Solo un lutto e un divorzio a turbare le loro esistenze. Finché i figli non crescono, e la solitudine delle donne si mescola all’impeto adolescenziale dei ragazzi, portando passioni a sfociare violente. E le amiche di sempre si ritrovano amanti l’una del figlio dell’altra. Un ménage duraturo negli anni, ma fino a quando?


Last, but not least… arriva La lunga notte del Dottor Galvan, scritto da Daniel Pennac. Il racconto ha un so che di assurdo, ma diverte e stupisce. Lo stra-consiglio!

La Lunga notte del Dottor Galvan
di Daniel Pennac

Giovane medico del pronto soccorso, Gerard Galvan racconta una folle notte di molti anni prima, quando fra crisi di asma e arti spappolati era stato finalmente notato un uomo seduto su una sedia che ripeteva: “Non mi sento tanto bene”. Il malato passa da tutti gli specialisti, convocati d’urgenza a risolvere uno dopo l’altro crisi acute di ogni genere: dall’occlusione intestinale all’esplosione della vescica, all’attacco epilettico. Rimasto accanto al suo letto, Galvan si addormenta e al mattino il malato non c’è più. È morto? È sparito? Dove è stato portato? Galvan non sa neppure come si chiama. Nessuno lo sa. Ma il paziente riappare e le cose che dirà e farà saranno per il buon Galvan la fine di un sogno.


E voi? avete letto i racconti da me proposti? Me ne sapete consigliare altri?
Fatemelo sapere con un commento!

😀

10 commenti

  1. Conosco tutti i tre nomi e non so se questi tre “corti” siano il meglio dei tre.
    Di Doris Lessing, in particolare, lessi Il Diario di Jane Somers e mi sa che sia di maggior spessore. Mi era molto piaciuto. Tra l’altro, il Diario ha una storia buffa. La Lessing ne aveva spedito il manoscritto al suo editore abituale, ma firmandolo non col proprio nome, bensì appunto: Jane Somers. E l’editore l’aveva respinto. L’aveva poi riproposto col proprio vero nome ed è uscito pubblicato.
    Non è il primo e unico caso, anche alla Rowling, agli inizi, con Harry Potter, uno dei vari editori da lei interpellati, aveva risposto che si vedeva che lei aveva del talento, ma che non è ancora abbastanza matura.

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