La bellissima storia dell’amore fasullo di un uomo fedifrago

Qualche giorno fa è arrivata a casa mia, tutta trafelata, la mia amica Giuditta.
Giuditta… quella che va in ansia anche quando deve scegliere che tipo di shampoo usare. Bassina, paffutella in viso e che cambia colore di capelli un giorno sì e l’altro pure. Insomma lei. È entrata in casa che sembrava Tempesta in preda alla sindrome premestruale e al mio: “Ciao cara, come va?” ha risposto gridando:“è uno stronzo!”.

tempesta

Avendo capito che serviva la classica spalla su cui piangere, anche se con il tempo mi sono resa conto  che è solita far scoppiare fuochi di paglia, l’ho presa per un braccio e l’ho trascinata in salotto dove c’era la mia amica Zia Tina. Dopo brevi cenni di saluto, Giuditta ha agguantato un biscotto e ha continuato con il suo folle sproloquio: “Ricordate Carotino?” disse sputacchiando briciole sul tavolo. Con Zia Tina ci guardammo un po’ perplesse e iniziai a scorrere velocemente nella mia testa la lista dei ragazzi con i quali era uscita. Carotino, Carotino…. ah sì :”Il tizio con cui eri uscita due anni fa incontrato a lavoro?” domandai come se fossi ad un quiz televisivo.

“Sì lui!” rispose illuminandosi e, dopo aver raccolto le briciole disseminate sul tavolo, riprese: “è uno stronzo! Mi ha cancellato da Facebook”.

Zia Tina, che quel giorno si trovava di buon umore, ironicamente aggiunse:” …ah! Credevo fosse uno stronzo perché avevi scoperto di essere l’amante”. Giuditta, concentrata sulle briciole, rispose con un velo di tristezza: “Sì, anche per quello…però mi ha cancellato da Facebook! Io ci tenevo a lui!”.  “Già… come tenevi ad Arnaldo, Michelangelo e Fabrizio” rispose con un filo di cattiveria Zia Tina continuando a sorseggiare il suo caffè. Giuditta fece finta di non aver sentito le sue parole, e guardandomi con aria sognante mi disse: “Dai, ricordi come ci siamo conosciuti? Sembrava una favola!”

E in effetti il loro incontro sembrava essere uscito da una raccolta di novelle che terminano tutte con un infame e illusorio ….e vissero felici e contenti.

In quel periodo Giuditta lavorava come ragioniera presso lo studio di una commercialista, e come al suo solito si lamentava sempre di tutto: “Troppo lavoro” , “Mi ha chiesto di portarle il caffè, ma come si permette…” e bla bla bla…

Un giorno si trovò ad entrare nella stanza della capa, incurante che fosse dentro con un cliente per lasciarle una relazione su non so cosa e fu proprio in quel momento che incontrò quello che in seguito venne battezzato Carotino. Lì per lì, sembrava non averla notata affatto. La sbirciava annoiato attendendo che andasse via. Giuditta però, rimase piacevolmente colpita, comunque era un bel ragazzo: alto, con gli occhi verdi e i capelli rossissimi, sguardo furbetto, guanciotte rosse come quelle di un bambino e un marcato accento siciliano. Ma già una volta fuori dalla porta era con la testa a pensare a quel paio di scarpe che tanto desiderava viste il giorno prima in saldo.

I giorni passavano e le lamentele di Giuditta continuavano, la commercialista si “dimenticava” di pagarla, considerando il suo lavoro come una specie di praticantato che poteva essere retribuito a sua discrezione. Così, decise di abbandonare lo studio e proprio il giorno in cui stava per varcare per l’ultima volta la soglia della stanza della commercialista, chi si trovò davanti? Carotino, il quale la snobbò bellamente senza neanche degnarla di un saluto. Giuditta lasciò il suo fascicolo sulla scrivania, salutò fra baci, abbracci e in bocca al lupo la sua ormai ex capa, chiuse la porta e andò via.

All’improvviso però, si sentì chiamare: “Giuditta, Giuditta”, una voce maschile la rincorreva nella scale e voltandosi, stupefatta, si ritrovò Carotino. Lei guardò quel ragazzo che le correva dietro e che fino a qualche secondo fa non era stato capace neanche di farle un cenno di saluto e ingenuamente gli chiese:“Ho dimenticato qualcosa?” lui, rosso in viso più dei suoi capelli, le disse: “Non hai dimenticato niente. Lo so che potrà sembrarti strano, ma ho capito che se non lo avessi fatto ora avrei perso un’occasione. Vuoi uscire con me?”. Giuditta lo guardò impietrita: “Ma se non so neanche come ti chiami, perché dovrei uscire con te?” e Carotino prontamente: “Piacere X Y”. Imbarazzata, non sapeva cosa dire e così lui riprese nuovamente la parola tirando fuori un pezzo di carta dove stava scrivendo qualcosa: “Facciamo così, io ti lascio il mio numero, il tuo non lo voglio. Se ti va mi chiami”. Le porse il bigliettino e rientro dentro salutandola.

Come potete ben immaginare Giuditta uscì con Carotino. Si videro una sola volta dopo essersi sentiti per telefono incessantemente per più di un mese e quell’uscita fu degna della più bella storia di amore. Era una bella giornata primaverile, il sole tiepido, l’aria frizzantina. Si incontrarono in un parco, passeggiarono per ore parlando e chiacchierando come se si conoscessero da tutta la vita. Arrivarono sul lungomare del paese e, seduti su di una panchina, lui le chiese se poteva baciarla. E bacio fu. Continuarono la loro passeggiata, mano nella mano, il sole aveva lasciato il posto a un’enorme luna piena splendete e al suo cospetto si salutarono con il desiderio reciproco di sentirsi il giorno dopo e il giorno dopo ancora.

Ma il destino beffardo sghignazzava allegramente alle spalle di Giuditta.

Già dalla mattina successiva, Carotino non era più lo stesso come se il sonno gli avesse fatto un potente lavaggio del cervello. Giuditta provò a chiamarlo con il cuore colmo di amore, ma lui non rispose se non verso sera: “Giuditta, scusami ma c’è stato un imprevisto. Devo ritornare in Sicilia e non so se sarà più possibile vederci”. Giuditta ascoltò quelle parole come se le stessero conficcando mille lame acuminate in tutto il corpo, ma senza farsi prendere dallo sconforto gli rispose:“Non  c’è problema, se devi andare vai, ti vengo a trovare io nel fine settimana.” Carotino dopo un po’ di pausa riprese a parlare:“Io non credo che tornerò più da queste parti se non occasionalmente. Ieri siamo stati bene ma non potrei mai avere un rapporto con una persona che vedo una volta a settimana. Mi dispiace!”. Giuditta interruppe la comunicazione, mi chiamò e per un’intera nottata dovetti cercare di consolarla.

A distanza di poche settimane da quella conversazione, scoprì tramite l’onnisciente facebook ,che la dipartita di Carotino fu causata dall’imminente promessa di matrimonio che l’avrebbe fatto convolare a nozze proprio in concomitanza con la cancellazione dal noto social.

E così si conclude la bellissima storia dell’amore fasullo di un uomo fedifrago che anche oggi mi porterà a parlare costantemente di lui con la mia Giuditta nella vana speranza di farle capire che non sempre è facile trovare persone degne di fiducia, rispetto ma soprattutto che riescano ad essere sincere.

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