Un amore (quasi) perfetto

Storie di Cortese Irriverenza #4

Qualche giorno fa una ragazza che segue il mio blog mi ha detto: “Ma è possibile che scrivi sempre di suore? Raccontaci una bella storia d’ammmore!
Dopo essermi fatta una grande e grossa risata, avrei tanto voluto darle una pacca sulla spalla e dirle: “Povera illusa, credi ancora nelle favole?”. Ma siccome non ero in vena di espellere acidume gratuito le ho detto che ci avrei pensato.
E in effetti l’ho fatto, ho analizzato nel grande archivio delle storie tutte le coppie che conosco e con le quali ho avuto a che fare e, devo essere sincera, all’inizio è stato un po’ difficile trovarne una di cui valesse la pena parlare:

  1. Michele ed Elisabetta sembravano una coppia perfetta. Affiatati, innamorati, facevano tutto insieme. Un mese prima del matrimonio, lei scopre che lui quando diceva di andare a giocare a calcetto in realtà era da Romina e no, non discutevano di partite.
  2. Luana e Marco si sono messi insieme che avevano 14 anni, ora ne hanno 35 ma hanno la vitalità di una coppia di bradipi in piena estate.
  3. Marika e Nicola invece stanno insieme da due anni, lei gira con il suo pancione- aspettano un bimbo- e quando gli ormoni la vanno a trovare è solita lanciare oggetti al compagno perché lascia la tavoletta del wc alzata.

E dopo aver passato tante altre coppie al vaglio finalmente mi vengono in mente loro, Adriano e Chiara, e mi dico: “C*zzo, ad avercelo un amore come il loro”.

Adriano ha conosciuto Chiara all’università. Lui aveva 23 anni, lei 21. Iscritti a due corsi di laurea diversi, un giorno Adriano va a studiare in biblioteca e si siede proprio accanto a lei, nell’unico posto libero. Passarono un’intera giornata uno accanto all’altro senza dirsi una parola, con la testa china sui propri libri. Il giorno dopo Chiara lasciò un posto libero e Adriano si sedette affianco a lei quasi come se avesse colto un invito silenzioso. E da quel giorno non si separarono più.

Ne hanno passate tante e si sono anche allontanati diverse volte. Una volta Chiara lasciò Adriano per i classici problemi insormontabili che tutte le coppie vivono. Ricordo che quando parlammo con Adriano della situazione lui mi disse: “Lei mi ha lasciato, ma io le mando sempre il messaggio del buongiorno e le dico quanto è importante per me”. Si rimisero insieme dopo due settimane con la promessa reciproca di non fare più uno sbaglio così grossolano, ma le promesse si sa, soprattutto in amore, non sempre vengono mantenute e l’anno successivo fu Adriano a lasciare Chiara.

Il giorno dopo la rottura, Chiara, arrivò in aula con un abbigliamento molto curato e poco indicato ad un ambiente universitario, ridendo ci disse: “Sono tornata single ragazze! Devo trovarmi un nuovo fidanzato”. A fine lezione la trovammo fuori dall’aula in un angolino che piangeva come fontana: “Perché mi ha lasciato? Io non posso stare senza lui!”. Dopo un mese si rimisero insieme. Tante altre furono le volte che litigarono per svariati motivi: gelosia, piccole mancanze quotidiane, il migliore amico con i secondi fini, ecc ecc… e ogni volta aleggiava la minaccia di lasciarsi, spesso lo facevano, ma poi ritornavano più uniti di prima.

Una prova difficile fu quando dovettero dividersi a causa del lavoro, in due punti diversi dell’emisfero, faticavano persino a trovare il momento giusto per potersi chiamare, ma riuscirono ad andare avanti lo stesso con il messaggino dell’ora prima e la telefonata fatta perché uno dei due aveva messo la sveglia per alzarsi nel cuore della notte.

Sono due persone molto diverse e non è assolutamente vero che gli opposti si attraggono, anzi. Ma sanno lo stesso apprezzarsi e rispettarsi. Chiara è pigra, ama dormire la domenica mattina, a volte si chiude in un mondo tutto suo dove è difficile entrare ma del quale ha bisogno per liberarsi da tutti gli incasellamenti che la quotidianità le propina. Adriano invece, aspetta il fine settimana per fare cose: uscire con gli amici, viaggiare e vorrebbe che la sua amata fosse sempre lì con lui. Ogni tanto si rintana nella sua stanza dove tenta di fare lo scultore, il tutto finisce irrimediabilmente nell’immondizia, ma lui ci prova e si diverte. Queste loro diversità li hanno portati inevitabilmente a litigare. Però, nonostante tutte le grida, arrivati ad un certo punto guardavano l’ostacolo per il quale si scontravano, si davano la mano e lo saltavano perché, per loro, nulla era più brutto di non stare insieme. E lo fanno tuttora. A distanza di sette anni non hanno smesso di litigare ma hanno imparato a capirsi, ad ascoltarsi e ad accettare i difetti l’uno dell’altra poiché non li vedono come insormontabili.

Il loro amore non è perfetto, ed è proprio questa caratteristica che lo rende unico, vero e invidiabile. Perché nell’imperfezione riescono ad andare comunque avanti rispettandosi sempre. E amare in fondo è questo: prendersi per mano davanti ad un ostacolo e saltarlo insieme; litigare, non parlarsi per giorni e fare pace; riuscire a dire “ti amo” nei momenti più bui; poter far affidamento l’uno sull’altra; gioire insieme; condividere le piccole grandi cose; supportarsi; vincere l’orgoglio; confrontarsi; cercare di trovare un compresso; viversi; ascoltarsi; riconoscere i propri sbagli; rispettarsi…

Non è attaccare un lucchetto alla rete di un ponte, mettere una “fedina di fidanzamento”, tenere sotto stretto controllo smart phone e qualunque tipo di social o dire sempre si sì facendo finta che tutto vada bene.

Sembrano  cose banali, ma è davvero difficile trovarle in un rapporto come è difficile trovare quella presenza che rende una bella giornata ancora più bella.

L’amore, insomma, è una gran bella botta di culo!

E loro l’hanno avuta.

Ah! per i curiosi, il prossimo anno Adriano e Chiara si sposeranno.

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30 commenti

  1. Ach’io lancio parole (difficilmente oggetti) a mio marito quando gli ormoni mi vengono a trovare (non per la gravidanza, ma sono sempre in agguato, le bestiacce), ma mi riconosco in molto di quello che dici. Le differenze, gli ostacoli, i nmomenti di fatica e di dubbio non necessariamente indeboliscono un amore, anzi. Ma il rispetto è l’unica cosa che lo consente. Per i curiosi, ci conosciamo da sedici anni e siamo sposati da dodici 🙂

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  2. Oh, finalmente un blog di conduzione femminile (squisitamente femminile) che non si perde in languori e sospiri al chiar di luna (o luci soffuse equivalenti). Vero che sul finale del post ci scappa un residuo di madre superiora (sarà un caso? il predicozzo su cos’è amare… urca, urca!). Però fino alle vignette (comprese) la prosa merita un inchino, se pure a rischio di chi lo fa, di restare a lombi bloccati.
    Mi sono molto-molto divertito. Passa al bar e ordinati una birra, e di’ pure di mettermela in conto.

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  3. Non sarà perfetto ..ma a me basterebbe 😀
    L’amore alla fine e volersi bene a prescindere dai difetti
    Loro ci riescono e in più entrambi hanno già sperimentato il distacco che e quello che fa percepire l’esatta dimensione del sentimento…
    Quindi direi che son ben indirizzati per un dolce prosieguo:)
    Poi si il fato dice la sua.. ma d’altronde e tutto in mano ad un malnato bambino che tira frecce a casaccio .. 😀

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  4. I tuoi racconti fanno sempre centro!
    Sono sposata da ventisette anni. Non c’è una ricetta da seguire. Ma alcuni ingredienti sono però fondamentali.
    Ironia. Pazienza ( tanta!). Rispetto.
    E poi rimboccarsi le maniche, ogni giorno. Apprezzare i lati positivi. Anche quando c’è tanto buio…e non si riescono a trovare.

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  5. L’amore è imperfezione😉, proprio per questo è vero. Non può essere definito, circoscritto, perchè le persone crescono, cambiano. Non so se effettivamente possa durare una vita, va vissuto per quello che può dare e deve comunque basarsi sul reciproco rispetto, perchè il rispetto deve rimanere anche quando tutto è già finito

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